“Un ricordo per Giulio”
Giulio fu impegnato molto nella Gioventù di Azione cattolica, di cui fu uno dei dirigenti diocesani. Fin da giovanissimo si sperimentò nella pratica giornalistica, collaborando a “Gazzetta d’Alba”. Ma già allora la sua passione era lo studio e l’indagine della storia della nostra città. Fu sempre esploratore di archivi e attento notista delle vicende del passato, sia prossimo che remoto.
Il suo lavoro di ricerca produsse molte pubblicazioni. Mi basti ricordare i due volumi di fondamentale importanza sulla storia di Alba nel negli ultimi due secoli, l’edizione degli statuti medievali della nostra città, gli studi storici sulla Fiera del tartufo e sul Palio degli asini, e poi ancora quelli su Castino e Corneliano. Ma chi volesse informarsi sulla sua produzione scientifica troverebbe un lungo elenco di titoli, senza parlare dello sterminato numero di articoli sui periodici locali. Una produzione che ne ha fatto indiscutibilmente “lo storico del Novecento albese”.
Ma Giulio fu anche, e non come ultima cosa, un uomo “pubblico”. La persona che ha impersonato in modo impeccabile il ruolo di “servitore delle istituzioni”. La persona che ha curato per quasi trent’anni l’ufficio stampa del Comune, creando e gestendo gli strumenti che hanno stabilito un canale di comunicazione tra l’istituzione ed i cittadini. La persona che si è impegnata per dare vita a tante occasioni di valorizzare gli albesi illustri, da Fenoglio a Belli, da Macrino a Gallizio, da Coppino a Busca. La persona che ha speso la sua inventiva per dare smalto sempre nuovo alle grandi manifestazioni cittadine. La persona che ha intrecciato, a nome del Comune, rapporti con un numero stragrande di personalità di ogni campo e di ogni nazione per fargli conoscere la nostra città, per farli innamorare della nostra terra e per fare di Alba quel luogo desiderato ed amato da tantissimi, italiani e stranieri. La persona che ha letteralmente inventato il Centro studi “Beppe Fenoglio” e lo ha diretto con intelligenza, capacità realizzatrice e lungimiranza.
C’è in ultimo il Giulio che meglio ho conosciuto, l’amico di famiglia, il “fratello più grande” che con acuminata e profonda ironia e con altrettanto profonda saggezza sapeva darmi consigli importanti, aiutarmi ad individuare gli ostacoli, suggerirmi come superarli.
La sua perdita apre un vuoto difficilmente colmabile, non solo nelle istituzioni in cui e per cui ha lavorato ma anche nel mio cuore e in quello di tanti amici.
Ora dobbiamo augurargli di riposare in pace. E dirgli che vivrà sempre nel nostro affettuoso ricordo.
Maurizio Marello
Alba, 1 marzo 2014
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