Presentazione della biografia di Fabio Bailo su “Riccardo Roberto”

«Mantenne sempre grande coerenza, era membro di una razza oggi perduta completamente»

 Libro Bailo_GDivino_1Giovedì 14 novembre nella chiesa di San Giuseppe ad Alba il sindaco Maurizio Marello ha introdotto al pubblico il libro “Riccardo Roberto. L’uomo che diede gli otto giorni al re” (Edizioni albesi MediaGranda, 2013, pp. 288, euro 18), il saggio biografico scritto da Fabio Bailo sull’avvocato, parlamentare, esponente del Comitato di Liberazione Nazionale (C.N.L.)  Albese nato nel 1879  e scomparso nel 1958.

Alla serata nell’ambito delle iniziative per ricordare i 69 anni dalla “Libera repubblica di Alba” (10 ottobre–2 novembre 1944) il sindaco Marello ha detto:«Attraverso questo libro Fabio Bailo ci consente di ricordare Riccardo Roberto, una delle figure centrali della prima metà del ‘900. Ricordo la straordinaria fotografia del 27 aprile del 1945, due giorni dopo la Liberazione, sul balcone del municipio, con i rappresentanti del C.N.L., Teodoro Bubbio sindaco, Riccardo Roberto vice sindaco e gli altri rappresentanti di quelle forze democratiche che si erano opposte al fascismo e che in quella fase di transizione aprirono le porte della nostra città e del nostro paese alla democrazia. Roberto era uno di questi. Era un rappresentante del partito comunista e sicuramente rappresentava una componente scomoda in un territorio cattolico, moderato, popolare. Il suo pensiero lo portò ad una continua battaglia ma nonostante ciò non abbandonò mai la sua visione politica e non si tirò mai indietro. Fu uno dei pochi che non si iscrisse mai al partito fascista e per questo fu anche radiato dall’Albo degli Avvocati ma mantenne sempre grande coerenza. Era membro di una razza oggi perduta completamente».

Poi, l’intervento dell’autore. Fabio Bailo ha spiegato  “L’uomo che diede gli otto giorni al re”. «Da parlamentare nel gruppo socialista alla Camera dei deputati nel giugno del 1920 Riccardo Roberto presentò un ordine del giorno con il tentativo di trasformare Montecitorio in Assemblea repubblicana ed invitava il cittadino Vittorio Emanuele III a restituire al popolo entro otto giorni i beni mobili ed immobili illegalmente detenuti. Da questo episodio Riccardo Roberto diventò colui che diede gli otto giorni al re come ad una domestica che si vuole licenziare».  

E secondo lo scrittore Roberto non era solo questo. Già nel 1902 sosteneva la necessità di battersi per il divorzio e per il suffragio universale, nel 1922 a Mosca, si era  scontrato con Lev Trockij, era un acuto conoscitore della musica e della cultura tedesca, era uno degli avvocati più bravi e più pagati del periodo, era uno sportivo straordinario nel ciclismo  ed era considerato il secondo antifascista più pericoloso della provincia di Cuneo. Era un anticlericale ma anche un uomo di fede.

In sintesi, così Fabio Bailo ha descritto Riccardo Roberto alla prima presentazione del libro con l’intervento anche di Livio Berardo presidente dell’Istituto Storico della Resistenza, Giuseppe Rossetto vice presidente della provincia di Cuneo, Renato Vai presidente dell’Associazione “Padre  Girotti” e Roberto Cerrato presidente del Centro Culturale San Giuseppe.

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