Lettera settimanale n.3: “Il Municipio sia una Casa di cristallo”
Carissimi,
voglio dedicare questa lettera settimanale al primo Consiglio Comunale che si è tenuto venerdì scorso 10 luglio alle ore 18.
I numeri ricorrono: ho scoperto il giorno stesso, il 10 appunto, di essere il decimo Sindaco di Alba ed il 10 mi è un numero particolarmente caro, pensando in particolare a Platini e Del Piero (naturalmente da tifoso juventino), ma anche a Valentino Mazzola il capitano del grande Torino.
E’ stato un Consiglio molto partecipato: molti albesi (circa 350) si sono assiepati nello scalone del Palazzo Municipale, nell’aula e nei corridoi. Mi scuso per il disagio, ma non pensavo che potesse esserci una così grande partecipazione. Tutto ciò significa, almeno mi pare, che gli albesi hanno voglia di un reale rinnovamento e di vedere nel Sindaco, nei Consiglieri Comunali e negli Assessori dei rappresentanti a loro vicini e disponibili al loro fianco.
Proprio per questo voglio sottolineare il passaggio di Giovanni Vico che ho citato a margine del mio giuramento di fedeltà alla Costituzione.
Giovanni Vico è stato l’ultimo Sindaco di Alba prima del Fascismo, dal 1922 al dicembre del 1925. Il 2 novembre del 1925, quando alcune squadre fasciste dell’astigiano e dell’alessandrino avevano occupato la sala del Consiglio Comunale di Alba, Vico aveva convocato, come atto di estrema resistenza, il Consiglio Comunale a casa Sua. Poi, anche lui, dovette arrendersi.
Nel 1945, a pochi mesi dalla sua morte, scriveva come editorialista sulla Gazzetta d’Alba e seppe interpretare il desiderio di libertà, di pace e di rinascita dell’intera comunità civile.
Giovanni Vico riprendeva a scrivere di politica settimanalmente su Gazzetta d’Alba sin dal 3 maggio 1945; con l’intervento “Viva la Pace” auspicava un lunghissimo periodo di pace e si augurava per la nostra Alba che giungesse, lieta di speranze, vita nuova. “Il Municipio – scriveva – apra all’aria e alla luce quell’aula consiliare, che gode si di bei riflessi d’arte e che per ben cinque lustri di chiusura e di silenzio sa di muffito. Diventi di nuovo il Municipio come una casa di cristallo, ove tutto sia in vista, ove non si lavori in segreto, in occulto, in misterioso, ma tutta l’azione e la vita amministrativa sia in pasto e in giudicato alla pubblica opinione.”
Questo vuole essere il contenuto del mio giuramento di fedeltà e lealtà alla Costituzione e l’impegno più vero e serio che mi prendo di fronte ai cittadini albesi.
Maurizio Marello
Grande!! 🙂
1) ti sei salvato in “corner” citando anche il grande Toro !
2) sia alla festa in piazza che in consiglio comunale hai ricordato i ” nostri padri” della resistenza, era un pò che non si sentivano, in ambito pubblico, simili ricordi.
Ciao