Consiglio comunale n. 11 del 29 giugno 2010

Il Consiglio inizia con circa 20 minuti di ritardo, tra il pubblico pochissime persone.

Assente il Consigliere Giachino (PD)

  • Comunicazioni

Da parte del Presidente del Consiglio

–         Viene commemorato Mario Borgna, recentemente scomparso, Consigliere Comunale dal 1964 al 1970 e Presidente dell’asilo Città di Alba. Paglieri (PD) ricorda che Borgna, esponente della DC, fu tra i promotori dell’apertura a sinistra che portò all’alleanza dell’Amministrazione con il PSI; l’otto settembre del 1943, mentre svolgeva il servizio militare in Trentino, fu catturato dai tedeschi e deportato in Germania, dove ha lavorato in acciaieria (“schiavo di Hitler”), salvandosi anche grazie all’aiuto ricevuto da una famiglia di contadini; vent’anni fa ha fatto un viaggio nei luoghi di prigionia, ma non ha avuto il coraggio di entrare nell’acciaieria in cui aveva lavorato.

  • Interrogazioni

–          Panero (PD), in relazione alla manifestazione tenuta a Roma dai Sindaci, contro la manovra economica del Governo, chiede al Sindaco, che vi ha partecipato assieme a 40 primi cittadini della Provincia di Cuneo, come pensa di equilibrare i conti del Comune di Alba.                      Per Marello non è possibile una risposta definitiva perché il decreto può ancora essere modificato in sede di approvazione parlamentare; si dovrà ridurre la spesa corrente di 850.000 euro nel 2011 e di 1.400.000 nel 2012 e si dovranno ridurre le compartecipazioni svendendo le quote in mano alle amministrazioni; se non si evidenzieranno sprechi da tagliare si dovrà intervenire fornendo meno servizi o facendoli pagare di più; anche la Regione subirà un  taglio di 240/250 milioni per cui è prevedibile un intervento pesante su sanità, scuola, sport, trasporti e turismo; il quadro è preoccupante e la manifestazione aveva lo scopo di dare voce ai cittadini; la manovra è necessaria, però gli sforzi sono richiesti sempre agli stessi; i sindaci chiedono: di sapere quali tagli vengono fatti ai ministeri – di conoscere quali sono le partecipazioni del Ministero del Tesoro – che il patto di stabilità tenga conto dei risultati ottenuti nello scorso anno per cui chi ha avuto degli avanzi possa spenderli anche in spesa corrente – di rivedere la norma che prevede la possibilità di compensare i tagli con una nuova tassazione comunale, il che renderebbe impopolari le amministrazioni; il federalismo è positivo, ma da parte del governo togliere l’ICI e dire ai sindaci “pensateci voi” è scorretto; sono stati coinvolti tutti i parlamentari del territorio per avere sostegno al momento dell’approvazione del decreto.

–          Castellengo (PdL) facendo seguito alla campagna, a sua detta, di disinformazione sul Decreto Ronchi relativo alle privatizzazioni (soprattutto della gestione dell’acqua) chiede come l’Amministrazione intenda affrontare l’argomento; il decreto prevede la cessione ai privati del 40%  minimo delle aziende pubbliche per migliorare i servizi aggiungendo efficienza; le tariffe devono essere stabilite dalle Amministrazioni pubbliche. Il Sindaco sottolinea il molto lavoro fatto in ATO (sciolta per decreto ministeriale e non ancora sostituita da altro organismo ad hoc) ed in Provincia; il problema non va affrontato in modo ideologico. L’Assessore Foglino risponde in modo molto più articolato (vedi allegato) contestando che ci sia stata disinformazione: un milione di firme contrarie al decreto raccolte in poco tempo dimostrano che l’informazione ha funzionato bene; presenta la situazione della Provincia e di Alba in particolare, dove la gestione dell’acqua potabile è totalmente affidata alla Tecnoedil (società privata di proprietà dell’EGEA) mentre le fognature e la depurazione sono a gestione totalmente pubblica; auspica che possa essere superato l’obbligo della cessione entro il 2012 delle quote pubbliche, in modo da arrivare alla scadenza naturale dei contratti di gestione (2017) per operare poi con una gara di appalto per la gestione a livello provinciale del coclo completo dell’acqua; auspica anche un ampio dibattito pubblico sul tema.

–          Il Consigliere Paglieri (PD), a seguito della sospensione dei lavori per la realizzazione della vasca esterna della piscina comunale, chiede se potrà essere realizzata ed in che tempi. L’Assessore Minuto risponde che lo stop è dovuto al ritrovamento di importanti reperti archeologici, che si devono salvaguardare (con maggior spesa di 50.000 euro); essendo già completata la stazione di pompaggio, si sono fatti sondaggi nell’area adiacente e non si sono evidenziati altri reperti; si rifarà il progetto ed a breve si inizieranno i lavori per cui non ci saranno grossi ritardi sulla data di conclusione prevista per il 2010.

–          Paglieri (PD) chiede di sapere entro quali tempi potranno essere iniziati e realizzati i lavori di deflusso delle acque in C.so Cortemilia e dei marciapiede in C.so Enotria. Minuto precisa che i lavori erano inseriti nel programma 2010, però il rispetto del patto di stabilità ha imposto un rallentamento; la realizzazione del marciapiede è stata prorogata al 2011, mentre si sta valutando se si riuscirà a completare la regimazione delle acque; i lavori potrebbero partire nell’autunno se si troveranno risorse da contributi o da maggiori entrate.

–          Prunotto (PdL), rilevando che molti muri della città sono “imbrattati” chiede se non sia opportuno installare appositi cartelli su cui i “graffitari” possano esprimersi. L’Assessore Bosticco sottolinea che si possono assumere due posizioni: avversione totale con forte repressione (a Singapore è prevista la fustigazione) oppure apertura di spazi appositi per i “writers”; il 17 aprile alla H-zone è stato organizzato un evento, riuscito, di danza e writers; si era pensato ad un’area al Parco Tanaro ma l’idea è stata scartata perché è isolata e non visibile; nella zona Tetti Blu la ditta Barberis metterà a disposizione un lungo muro che potrà così essere abbellito dai disegni degli artisti; si distingue tra l’arte dei writers e gli atti vandalici contro cui si agirà con severità.

  • Delibere

–          Variazione parziale n. 69 al P.R.G. : impianti fotovoltaici e valorizzazione delle tradizioni agro-alimentari, tutela della biodiversità, del patrimonio culturale e del paesaggio rurale. Il Sindaco illustra la delibera, ampiamente discussa in Commissione, che si propone di regolamentare l’installazione di pannelli fotovoltaici in zone agricole. Poiché la normativa nazionale, da una parte, permette di installarli, dall’altra demanda agli Enti Locali il rilascio delle autorizzazioni che costituiscono variante al P.R.G., si rende necessario individuare le aree tenendo conto dei vincoli di tutela ambientale, paesaggistica e culturale. La delibera tiene conto della storia della nostra città, del paesaggio albese, dell’importanza dei prodotti agricoli tipici della zona, e della candidatura al riconoscimento Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità. Secondo le indicazioni della legge 387 del 2003, si è voluto conciliare l’esigenza della produzione di energia rinnovabile con la tutela di aree particolarmente pregiate, anche in considerazione che per una produzione di 1 MW con pannelli fotovoltaici sono necessari circa 2,5 ettari di terreno. L’Amministrazione, grazie al prezioso lavoro degli uffici competenti, ha individuato i siti idonei: oltre alle coperture di edifici esistenti o in progetto, anche le aree di minor impatto per il settore agricolo e le aree degradate. La delibera dispone anche vincoli nella realizzazione degli impianti: strutture di sostegno senza uso di cemento armato; distanza tra le “file” di pannelli idonea ad attenuare il surriscaldamento del terreno; schermature con fasce di alberi ed arbusti; recinzioni sollevate dal suolo per consentire il passaggio della fauna; la manutenzione del suolo e la pulizia dei pannelli effettuate esclusivamente con mezzi meccanici e non chimici. La delibera ha un indirizzo che riguarda le aree delle Langhe e del Roero, territori trasformati ed a volte “feriti”. Se Alba ha reagito bene alla crisi economica lo dove al fatto che il territorio ha una connotazione turistica da salvaguardare.                                            Con diversi interventi i Consiglieri di maggioranza e minoranza si esprimono a favore della delibera. Emerge che il Consiglio intero non è contrario al fotovoltaico, si esprime un si alle fonti rinnovabili, si all’auto-produzione delle famiglie, si a impianti che aiutano l’agricoltura, in sostanza si vuole servire meglio i cittadini. Si esprime un no generale all’ulteriore consumo del territorio, no al deturpamento di una zona che ha raggiunto una maturità turistica e riceve elogi da tutto il mondo, no alle invasioni di campo dello stato che mettono in difficoltà gli Enti Locali che devono tutelare i beni non tutelati dalla legge, no alle speculazioni.                                    La delibera è stata concertata e condivisa da tutte le parti e cerca un punto di incontro tra l’esigenza di produrre energia da fonti rinnovabili e la giusta tutela del territorio; il divieto totale di installazione su terreni agricoli sarebbe stato oggetto di impugnazione e di ricorsi, perché totalmente contrario alla legge nazionale, quindi la delibera cautela Alba, rimanendo nell’ambito della legge ma regolando in modo equilibrato una materia molto delicata; tutti sottolineano il lavoro svolto dagli uffici e l’importanza di condividere una scelta così importante per il territorio albese.

VOTI A FAVORE 20 (unanimità)

ALLEGATO   1

Ringrazio il consigliere Castellengo; il tema dell’acqua è importante e meriterebbe un dibattito approfondito. Mi limiterò all’essenziale per non incorrere nello sforamento dei tempi, ma mi auguro che in commissione, in pubblici dibattiti o addirittura in un Consiglio comunale aperto, il tema possa essere ripreso e proposto in un confronto che coinvolga  più direttamente i cittadini che devono conoscere la realtà operativa che riguarda il bene-acqua e poter esprimere il proprio pensiero.

Innanzi tutto, mi permetto di dire che non condivido l’affermazione  che sia stata condotta una “campagna di disinformazione da parte degli organi di stampa nazionali e locali”

Quando su una tematica  importante, delicata e strategica, come quella del sistema di distribuzione dell’acqua, nascono in tutta Italia comitati spontanei per capire una situazione complessa e per difendere l’utilizzo pubblico che ne garantisca la qualità merceologica e l’economicità, quando contro una normativa che impone un gestore privato con almeno il 40% di partecipazione azionaria vengono in pochi giorni raccolte oltre 1 milione di firme per un referendum abrogativo, quando  7 Regioni (Puglia, Toscana, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Marche e Piemonte) presentano ricorso di incostituzionalità nei confronti di tale legge, non credo si possa parlare di disinformazione. Può essere un’informazione che non si condivide, ma sicuramente è un’informazione che ha proposto una tematica coinvolgente e di grande interesse, che ha toccato cittadini di ogni parte politica, impegnati nel  veder salvaguardati i propri diritti ed in questo caso sono diritti personali e al tempo stesso collettivi, diritti nel senso più nobile della parola.

Circa l’operato dell’Amministrazione in materia vorrei fare due considerazioni.

La prima riguarda  la gestione ordinaria del bene acqua. Non posso dilungarmi nello spiegare com’è organizzata attualmente la gestione, ma voglio almeno chiarire che la responsabilità di tale gestione compete all’ATO provinciale nella cui assemblea siede come membro di diritto il sindaco di Alba  in rappresentanza anche di 25 comuni del circondario.

Tale organismo che è stato insediato nel 2006 deve deliberare ogni attività: dalla programmazione, all’esecuzione dei lavori, alla definizione delle tariffe.

E’ stato insediato, ma funziona con scarsa efficacia per carenza di personale e perchè al suo interno non si è finora manifestata chiaramente la volontà di farlo funzionare.

La Provincia che ne ha assunto la guida non è intervenuta in modo determinato e all’interno le varie zone rappresentate temono di perdere la propria autonomia, conclusione: si decide poco e con eccessiva mediazione. Questo atteggiamento per un po’ di tempo mantiene lo statu-quo ma poi produce inefficienza e danni.

Dal settembre scorso sono ripresi gli incontri e qualcosa sta muovendo. Soprattutto gli 8 rappresentanti delle Aree Omogenee dei Comuni  richiedono l’assunzione di decisioni operative ed hanno espresso la volontà di lavorare affinché la Regione, che dovrà individuare con apposita legge, entro il prossimo mese di dicembre, l’organismo che sostituirà gli ATO che, come noto, sono stati soppressi con effetto dal prossimo 23/12/2010, mantenga, ancorché in forma diversa, autorità e/o strutture a livello provinciale.

Purtroppo la soppressione degli ATO non agevola certamente il desiderio dei sindaci,  di contribuire alla programmazione del servizio idrico, ancorché in forma associata

Fissare cambiamenti in tempi così brevi senza indicare il modo in cui il cambiamento deve avvenire crea problemi pratici a chi sta operando ed in definitiva indica un pessimo esempio di modalità di governo.

Queste sono alcune delle problematiche quotidiane del sistema idrico integrato che stiamo vivendo in Provincia  ma come ho detto prima sarebbe necessario molto più tempo per spiegare la complessità del problema. Confermo la disponibilità ad approfondire anche in riunioni nei quartieri o in associazioni sensibili perché l’acqua è un bene a cui tutti dobbiamo interessarci.

Il secondo aspetto è più direttamente legato all’interrogazione.

In un decreto governativo in materia di obblighi comunitari, e qui veramente c’è da ringraziare l’informazione perché nel decreto poi trasformato nella legge 135 che tratta dai veicoli fuori uso al censimento dell’agricoltura, nell’art. 15 spunta un codicillo, a modifica della legge  del 2008 (art. 23 bis), che impone l’obbligo alle società di gestione dei servizi  a totale partecipazione pubblica della presenza di un socio privato con una partecipazione non inferiore al 40%. a cui andrà anche la gestione operativa. Sono da ringraziare le persone che con pazienza certosina esaminano i testi ed esplicitano le conseguenze di frasi criptiche che apparentemente cambiano nulla ma quando la legge diventa operativa vengono interpretate per operare cambiamenti sostanziali. Lo dico con cognizione di causa perchè ho letto e riletto il testo della legge 135 e se non ci fosse stato un esperto a spiegarmi le conseguenze avrei avuto difficoltà a capire. Fortunatamente anche tra i nostri dipendenti ci sono tecnici validi ed attenti.

Direi che una funzione di disinformazione l’ha fatta proprio il Governo quando con il ministro Ronchi ha sostenuto la necessità di questa legge per adeguarci alla normativa europea. Totalmente falso! Nessuna normativa europea impone la privatizzazione della gestione del ciclo idrico, la gara internazionale è d’obbligo solo quando si intende mettere sul mercato il servizio. A riprova si può citare quanto avvenuto a Parigi dove il comune dopo anni di privatizzazione disastrosa si è ripreso la gestione senza incorrere in sanzione alcuna.

La situazione in provincia di Cuneo è quanto mai variegata. La gestione del Sistema Idrico è affidata ad aziende sia totalmente pubbliche che miste che private.  Le aziende pubbliche sono l’ACDA  di Cuneo, la SISI di Alba, la CALSO che opera nella zona di Dogliani verso il monregalese ed una piccolissima società  nella valle dell’Infernotto. Sono tutte società con i bilanci attivi ed un impegno rispettoso delle esigenze dei cittadini, le definirei un buon esempio di società pubblica.

Per Alba la situazione è particolare, poiché il servizio idrico integrato che si compone di tre parti:

acqua potabile

sistema fognario

depurazione

è gestito da società diverse. L’acqua potabile è totalmente in gestione alla Tecnoedil, società del gruppo EGEA mentre il sistema fognario e la depurazione sono in gestione alla SISI di cui il comune di Alba è socio di maggioranza..

Ora, se la legge 135 recentemente approvata, dovesse essere posta in esecuzione, la Sisi e quindi Alba, per quanto attiene i servizi di fognatura e depurazione, si vedrebbe costretta a cedere, entro il 31/12/2011, il 40% ad un privato. Nelle attuali condizioni sarebbe una svendita.

Questo il problema specifico di Alba. Cuneo è ancor più coinvolta perché nel territorio cuneese, che comprende anche le valli che circondano la città, la gestione è affidata totalmente ad un’azienda pubblica  molto più grande di SISI e di conseguenza con dimensioni di danno economico ancor più rilevanti.

Nel frattempo il contenuto della legge 135 che in pratica costringe le aziende pubbliche a cedere almeno il 40% del loro capitale a privati ha scatenato la reazione di moltissimi cittadini e ha dato luogo a quella che l’interrogazione definisce “campagna di disinformazione”

I numeri riportati da giornali e servizi televisivi confermano che in Italia sono molte le aziende pubbliche che funzionano bene, molte sono le aziende miste che lavorano in sana armonia raggiungendo risultati di eccellenza. Ci sono esempi di società pubbliche che funzionano male così come non mancano società private che hanno fallito il loro progetto.

Personalmente non sono per l’ideologia preconcetta. Una società non funziona bene perché è pubblica o perché è privata, anche se le motivazioni che le fanno nascere sono differenti, ma funziona bene se è ben organizzata, se ha delle motivazioni valide e una chiarezza di quelli che devono essere i rapporti tra pubblico e privato.

Perché deve essere chiaro, e in realtà  tutti lo affermano a livello di principio,  l’Acqua è un bene pubblico, un bene di tutti.

Nulla vieta che venga gestito da un soggetto privato ovvero da un soggetto pubblico. Al pubblico dovrà comunque spettare sempre la programmazione ed il controllo.

La soluzione ottimale di questa gestione sta nell’unire il meglio del pubblico ed il meglio del privato.

Sarebbe una sciagura se privatizzassimo i profitti e socializzassimo le perdite, la politica sana non lo deve permettere.

Alla luce di quanto premesso l’Amministrazione albese si è messa in contatto con le amministrazioni delle altre principali città rappresentate nell’ATO avendo due obiettivi:

–        Superare, supportati  da pareri legali se non interverranno prima i referendum o le sentenze della Corte costituzionale, l’obbligo di vendere una parte di SISI entro il 31/12/2011

–        Intensificare l’attività dell’ATO, o dell’organismo che lo sostituirà, per arrivare al 2017 data di scadenza delle attuali concessioni, ad una gara a livello provinciale che unisca il meglio del pubblico ed il meglio del privato con l’obiettivo di garantire a tutti gli abitanti della provincia di Cuneo (un serbatoio naturale di tutto rispetto): impianti efficienti, servizio capillare, tariffe contenute.

C’è in questo momento una grande spinta ad affidare all’iniziativa privata la soluzione dei problemi, lo si legge anche nella recente manovra finanziaria. Credo sia un errore. Anche se sembra difficile bisogna far funzionare l’iniziativa pubblica   Ciò sarà possibile solo se sapremo intendere le cose di tutti, quelle che hanno un valore per tutta la comunità come beni nostri, curandole, difendendole, progettandone i miglioramenti. E’ il bene comune che deve animare le nostre azioni anche quelle del privato.

Per arrivare a questo obiettivo è necessario che i cittadini partecipino più direttamente e consapevolmente alla vita del loro territorio e la nostra Amministrazione farà quanto necessario  per assicurarlo.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *