Apro punta sulla scuola
A colloquio con Carla Stella, presidente del nuovo Cda rinnovato a marzo 2010, dopo la nomina, nei giorni scorsi, del nuovo direttore Franco Burdese, che prenderà servizio a settembre
Apro ha voltato pagina?
«Credo proprio di sì. La gestione collegiale e trasparente portata avanti dal Consiglio di amministrazione, ristretto a sei membri, si sta mostrando efficace. Ogni componente del Cda è stato molto presente in questi mesi e ha apportato le sue competenze».
Quali i cambiamenti più evidenti?
«Abbiamo deciso di puntare sulla scuola, prima di tutto e a 360 gradi. Apro deve essere una realtà al servizio dei ragazzi che la frequentano, degli adulti che migliorano la loro istruzione e delle imprese che ci chiedono servizi e ci sottopongono le loro esigenze».
Che ambiente ha trovato?
«Ho trovato una buona realtà. Il personale – oltre 100 unità – è motivato e capace. Mi ha fatto molto piacere riscontrare nei dipendenti l’orgoglio di dire “ci siamo”».
Le recenti cronache sono solo un ricordo?
«Qualcuno aveva dimenticato che la missione principale deve essere le formazione. Ora il bilancio è in ordine e tutte le risorse disponibili devono trovare la giusta localizzazione, ossia a servizio delle fasce più deboli e a servizio della società. Apro è una bella realtà, le famiglie degli studenti non hanno mai smesso di riconoscercelo e chi ne ha sporcato l’immagine dovrebbe vergognarsi».
Quali progetti per l’immediato futuro?
«Siamo pronti a riaprire la sede di Barolo, storica sede dell’Alberghiero che è chiusa per restauri da oltre sette anni. La cerimonia si terrà sabato 5 giugno e in quell’occasione presenteremo la moderna cucina didattica che è stata installata e il corso ifts agroindustriale che sta per partire. Barolo tornerà a essere un punto di riferimento non solo per la formazione in cucina e nel turismo, ma sarà a servizio di tutto il territorio».
Qual è il fiore all’occhiello di Apro?
«Il progetto che portiamo avanti con le scuole medie della zona per contrastare la dispersione scolastica. Proporre agli studenti che rischiano di non finire le medie un corso combinato tra la scuola tradizionale e circa 400 ore di attività pratica nei laboratori di Apro sta dando grandi risultati»
Come si pone Apro di fronte alla riforma della scuola superiore?
«Il discorso è difficile perché non sono ancora stati resi noti tutti i dettagli e la tempistica non ci aiuta. Ora la formazione professionale per l’assolvimento dell’obbligo scolastico dopo le medie (Apro ha 500 iscritti ai corsi triennali, nda) dipende da due assessorati regionali: istruzione e formazione. Spero che per il prossimo anno venga confermato l’ordinamento attuale perché ogni cambiamento che arrivasse da oggi in poi causerebbe serie difficoltà organizzative per il 2011».
(tratto da Gazzetta d’Alba del 25 c.m.)
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