Alba: situazione Piano Regolatore

Alba non deve crescere in modo eccessivo. È la svolta di Maurizio Marello. Il nuovo Piano regolatore generale entra in fase di discussione a settembre, con cambiamenti di filosofia rispetto all’era di Giuseppe Rossetto, alcuni ancora in discussione.

Che ne è del nuovo strumento urbanistico, sindaco Marello?

«Sarò a Brescia martedì 3 agosto (oggi per chi legge, ndr), presso lo studio dei progettisti, gli architetti Benevolo, per discuterne. A settembre inizierà l’esame in Giunta, in maggioranza e poi in Commissione urbanistica. Abbiamo ereditato una situazione di stallo, con bozze risalenti agli anni 2005-2006. È stato necessario più lavoro del previsto per aggiornare il Piano ai progetti che la nuova maggioranza ha per la città. Inoltre, fino a marzo, la sentenza del Consiglio di Stato in merito al ricorso elettorale del centro-destra ha pesato come una spada di Damocle sull’Amministrazione. Due parti del Piano sono comunque definite: quella relativa all’assetto idrogeologico e la recente variante sul fotovoltaico che, dopo l’adeguamento successivo all’alluvione del 1994, è il più importante strumento di tutela del paesaggio».

Che cosa non le piace del Piano pensato da Giuseppe Rossetto?

«Restano fermi i princìpi del policentrismo – a Mussotto già esiste un piano particolareggiato che disegna l’idea del quartiere –, ma abbiamo riflettuto ai poli di Roddi e corso Cortemilia. Ci pare giusto mantenere quello di San Cassiano, senza però voler realizzare nuovi quartieri. Occorre infatti porre molta attenzione al consumo di territorio, portare servizi dove già esistono insediamenti e mantenere entro limiti più contenuti rispetto alle ipotesi del passato l’espansione. È un errore pensare a un grande incremento edilizio. Altro è invece ipotizzare aree per l’edilizia agevolata e la riqualificazione del patrimonio esistente con tecnologie compatibili dal punto di vista ambientale».

Le periferie sono destinate a una crescita non eccessiva, dunque?

«Pensiamo a un’espansione contenuta: niente palazzoni anni Sessanta nelle aree ex Vestebene o tantomeno “torri”, tanto per capirci. Le zone agricole potenzialmente edificabili, ma vincolate idrogeologicamente, resteranno legate alla coltivazione, mentre quelle produttive saranno concentrate a Vaccheria, evitando la mescolanza con le residenze».

 (tratto dall’intervista di M.G.Olivero pubblicata su Gazzetta d’Alba del 3.8.2010)

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