Alba: in manovra finanziaria una norma esclude il Comune dalle Società partecipate
Se passa il provvedimento, Alba dovrebbe vendere le quote in Società come Egea, Consorzio Rifiuti, Sisi, Ente Turismo, etc. Il sindaco: “E’ illogico”.
C’è preoccupazione ad Alba per il provvedimento interno all’attuale manovra finanziaria 2010 in discussione al Senato che prevede l’esclusione dei Comuni dai 30 mila ai 50 mila abitanti da Società partecipate e Consorzi. Secondo la norma, Alba – città con circa 31 mila abitanti – dovrebbe lasciare le sue quote in Società come Egea, Consorzio Albese Braidese Servizi Rifiuti (Co.a.b.se.r.), Sisi (Società Intercomunale Servizi Idrici), Ente Turismo Alba Bra Langhe e Roero, Enoteca del Barolo, Enoteca del Barbaresco, solo per citarne alcune.
Secondo il provvedimento il Comune dovrebbe scegliere di rimanere solo in una di queste. Il sindaco Maurizio Marello non ci sta: “E’ un’altra di quelle norme che io spero spariscano dalla manovra finanziaria perché illogica sotto ogni profilo. Secondo la finanziaria del 2007, i Comuni non dovrebbero per loro scelta partecipare ad enti e società attive in settori senza rilevanza pubblica e ad enti che siano in perdita perché poi ci rimettiamo. Ma il Comune deve poter partecipare in Società pubbliche o Società miste pubbliche private che erogano servizi pubblici essenziali per la collettività come l’acqua, il gas, l’elettricità, il riscaldamento, i rifiuti, etc. Stiamo facendo una battaglia su quello. Oltretutto dire che entro una tale data devi vendere, vuol dire svendere”.
Tutto questo avviene mentre la raccolta di firme per il referendum sull’acqua pubblica raggiunge 1 milione di adesioni già raccolte. Ma c’è anche un’altra questione, spiega Marello. E’ una questione economica: “Perché io devo lasciare la mia partecipazione in una società che magari mi dà un utile. Quest’anno Egea darà degli utili”, dice il sindaco. Quindi introiti ma anche capacità di incidere su politiche relative ai servizi essenziali per i cittadini, spiega Marello. “Questo l’abbiamo visto anche con le recenti nomine come quella in Egea, in Sisi, etc., dove abbiamo cercato di posizionare professionisti con competenza tecnica con l’intenzione di poter partecipare attivamente. Se un domani non sarà più così, i Comuni rischiano di perdere una fetta significativa di controllo e d’indirizzo su servizi essenziali per la popolazione”, sostiene il sindaco.
(di Gisella Divino – pubblicato su Targatocn.it)
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