Alba: il Consiglio comunale unanime ha votato l’Ordine del giorno relativo alla “Legislazione nazionale sul tartufo”

Venerdì 13 settembre il Consiglio comunale di Alba ha votato all’unanimità l’Ordine del giorno relativo alla “Legislazione nazionale sul tartufo”. A dibattito in corso in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati dove si stanno esaminando due proposte di legge volte a innovare il sistema di imposizione fiscale e di tracciabilità dei tartufi in generale  e del Tartufo Bianco d’Alba in particolare, si chiede al Legislatore «di valutare con attenzione la possibilità di innovare la normativa fiscale in modo tale da rendere tracciabile il prodotto. In particolare si ribadisce la proposta di riportare il tartufo in regime di contabilità ordinaria, concedendo al cercatore una esenzione forfettaria pari ai costi stimati per l’attività di ricerca (cane, auto, ecc.); di valutare l’inserimento del suddetto punto nel cosiddetto decreto governativo del “Fare 2” a prescindere dall’iter complessivo di revisione della legge; di conservare la denominazione Tartufo Bianco d’Alba, uno dei brand più noti del made in Italy nel mondo; di abrogare l’attuale normativa sulla tracciabilità regionale, riconducendo la legge alla disciplina comunitaria che, in assenza di denominazioni di origine riconosciute, prevede unicamente l’indicazione del Paese dove la merceologia è prodotta».

Nell’Ordine del giorno presentato in Consiglio dall’Assessore all’Agricoltura Massimo Scavino si rammenta che la legge sul commercio e la tassazione del tartufo è del 1985 con un solo aggiornamento in legge finanziaria senza revisioni del testo. Oltre a ciò,  si sottolinea la contraddittorietà dell’attuale normativa sulla tracciabilità del tartufo in quanto particolarmente restrittiva da un lato e in contrasto con la volontà di tracciare il prodotto dall’altro, a causa della norma fiscale che non identifica il raccoglitore. Sempre secondo l’Ordine del giorno, l’applicazione rigorosa della norma sulla tracciabilità del tartufo ha portato a diversi rinvii a giudizio in inchieste penali e la pressione dei controlli coerenti con la norma ha penalizzato le fiere piemontesi.  Inoltre, nel comparto commerciale c’è forte preoccupazione per il prossimo autunno quando la Croazia entrerà nell’Unione Europea. Il paese neocomunitario ha una nuova normativa fiscale molto più favorevole per il commercio del tartufo e può esercitare una concorrenza sleale rispetto ai commercianti italiani.

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