“Pnrr: opportunità di innovazione e sviluppo sostenibile del territorio”: il Circolo Pd Alba- Roddi fa il punto della situazione con Maurizio Marello e Roberto Cavallo.
“Pnrr: opportunità di innovazione e sviluppo sostenibile del territorio”. Questo il tema dell’incontro tenutosi ieri sera ad Alba e organizzato dal Circolo Pd Alba- Roddi.
Per la prima riunione in presenza dopo tanti “meeting online” dettati dalla pandemia, il Circolo ha scelto di affrontare una tematica della quale molto si sta dibattendo per comprenderne meglio i possibili sviluppi nell’attuale panorama politico internazionale.
Dopo un’introduzione di Luigi Garassino, coordinatore di Circolo, è stato il Consigliere regionale Maurizio Marello ad entrare nel vivo della questione con un excursus su come, perché e quando il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza abbia preso vita.

«In primis va ribadita la straordinaria portata di questo Piano elaborato grazie ai fondi dell’Europa per fronteggiare l’emergenza Covid e spronare il Paese a reagirvi nel modo giusto, investendo opportunamente e rispettando i giusti criteri», ha spiegato Marello. «Una straordinarietà», ha proseguito, «che si denota sia dal punto di vista economico, perché i soldi messi in campo dall’Unione Europea a tal fine sono molti, sia normativo, perché le richieste da rispettare per usufruirne sono precise e impegnative». «Non possiamo dimenticare che l’Italia è il Paese europeo che beneficia maggiormente dei fondi del Pnrr: circa 191,5 miliardi – ha spiegato inoltre – Di questi circa 68,9 sono a fondo perduto e i restanti destinati a patto che siano rispettate condizioni dettate dall’Unione Europea e rendicontati entro il 2026: pena la restituzione dei fondi già assegnati».
Il Pnrr si regge su 6 missioni (Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per una mobilità sostenibile; Istruzione e ricerca; Inclusione e coesione; Salute) e a questi ambiti devono afferire i progetti presentati. Non è sufficiente però presentare progetti: l’Unione Europea chiede per ogni “missione” anche riforme legislative, che possano garantire un reale sviluppo e una crescita futura per l’Italia.
L’ex Sindaco di Alba ha presentato in proposito le sue prime perplessità: «Mentre il nostro Paese ha già redatto obiettivi strategici e al momento sappiamo per certo che per 51 di essi l’Europa ieri ha deliberato un finanziamento di 21 miliardi, dal punto di vista delle riforme non è similmente ben avviato».
L’iter di assegnazione dei fondi è piuttosto intuitivo: si procederà per bandi, i fondi arriveranno 2 volte l’anno e buona parte di essi sarà gestita dai Ministeri. Una percentuale tuttavia sarà nelle mani delle Regioni (si calcola che in Piemonte arriveranno circa 7- 8 miliardi). «A tal proposito vorrei sottolineare l’approccio totalmente inadeguato della Regione Piemonte che finora non ha svolto la funzione di coordinamento nella selezione dei progetti che ci si sarebbe attesi: la Regione ha chiesto semplicemente ai comuni di presentare pressochè qualsiasi progetto purché fosse cantierabile nel breve tempo con il risultato che ne sono stati presentati 3500, per una cifra totale di 35 miliardi. Sarebbe stato fondamentale elaborare una sintesi delle richieste, evitando di presentarne un numero eccessivo con la quasi certezza che molte di esse non saranno finanziate», ha spiegato.
In ultimo, ma non per importanza, il Consigliere ha presentato uno spunto di riflessione: «Si dovrebbe valutare a mio avviso di riorientare e rivedere buona parte dei fondi alla luce del nuovo panorama politico ed economico dato dalla guerra russo-ucraina», ha detto.
«Oggi più che mai dobbiamo essere in grado di sfruttare l’occasione del Pnrr per renderci più indipendenti, rendere l’Europa più autonoma rispetto al resto del mondo in merito ad energie e risorse», ha spiegato Roberto Cavallo presidente di Cooperativa Erica, intervenuto per approfondire la missione di Transizione Ecologica del Pnrr. «L’Italia deve saper investire nella giusta direzione, indirizzando bene i fondi», ha proseguito, «Basti pensare che, ad esempio, il nostro Paese non dispone di un Piano Nazionale di Gestione dei Rifiuti, che si è reso invece necessario nel tempo». «Due obiettivi dobbiamo tenere a mente nello sviluppo di progetti per il Pnrr», ha spiegato in conclusione dell’appuntamento riprendendo le fila dell’incontro, «E’ necessario fare prevenzione attraverso di essi e consultare la cittadinanza, poiché senza condivisione un piano è certamente destinato a fallire».
Ultimi commenti