Martedì ad Alba un incontro per discutere del Ddl “Allontanamento Zero”, la legge regionale che rischia di avere un impatto negativo forte sul futuro di tanti bambini.

Fin dalla sua presentazione, il 22 novembre scorso, il Ddl “Allontanamento Zero” formulato dall’assessore alle Politiche Sociali Chiara Caucino e incardinato nella Quarta Commissione Consiliare il 13 gennaio, ha suscitato interrogativi e polemiche.

In breve l’obiettivo della proposta di legge sarebbe quello di ridurre di almeno il 60% in Piemonte il numero di allontanamenti di minori dalle famiglie d’origine fornendo supporto economico, sociale e psicologico ai genitori e, in mancanza di essi, ai parenti entro il quarto grado e destinando una quota non inferiore al 40% delle risorse del sistema integrato dei servizi sociali e delle politiche familiari per sostenere le azioni di prevenzione all’allontanamento.

Sono numerose le criticità messe in luce sul Ddl da più fronti. In particolare viene rilevato che sembra essere nato in risposta ad un problema che non esiste, ovvero un eccesso di bambini in tutela nella nostra regione. Vale la pena a tal proposito ricordare alcuni dati (Fonte Direzione Coesione Sociale della Regione): sono 60068 i minori in carico ai Servizi Sociali (il 9% della popolazione minorile piemontese), di questi 2597 sono seguiti fuori dalla famiglia d’origine (1050 in Comunità e 1547 in affidamento familiare). Gli allontanamenti sono disposti per lo più in situazioni multi problematiche (incuria e trascuratezza, carenza educativa, problemi sanitari dei genitori) e la carenza di reddito non è mai motivo esclusivo di allontanamento. Inoltre il dato degli allontanamenti in Italia è molto al di sotto di quello degli altri Paesi europei e in Piemonte, ad oggi, non sono emersi provvedimenti giudiziari che gettino ombre sugli allontanamenti disposti.

Il Pd Piemonte fin da principio si è detto disponibile a sedersi ad un tavolo insieme alla destra per migliorare il sistema di tutela dei minori in Piemonte. Ha avanzato proposte tra cui un aumento delle assunzioni di assistenti sociali, educatori, psicologi e medici, per potenziare i servizi sociali e sanitari che oggi sono sotto organico; la stabilizzazione dei contratti precari; una maggiore integrazione socio sanitaria per intervenire in modo più efficace sui casi di genitori con gravi problemi psichici e di dipendenze; il potenziamento dei fondi educativi territoriali nelle aree montane e rurali, dove il numero di allontanamenti è superiore a quello delle aree urbanizzate; campagne informative per coinvolgere e formare nuove famiglie affidatarie e tutelare il diritto del minore a crescere in una famiglia, piuttosto che in una struttura.

La conferenza stampa organizzata dal Gruppo Consiliare regionale PD per presentare le criticità della proposta di legge “Allontanamento Zero”.

Innanzitutto però, ha chiesto che l’assessore Caucino ritiri o sospenda il suo disegno di legge “Allontanamento zero” che non contiene nulla di tutto ciò, e in più presenta profili di incostituzionalità. Secondo la minoranza il testo va ritirato o sospeso.

A Torino si è costituito anche il comitato “Zero Allontanamento Zero” per chiedere il ritiro del Ddl regionale e aprire un confronto. Tra i primi promotori associazioni, docenti universitari, numerosi assistenti sociali, educatori, psicologi, psicoterapeuti e avvocati che hanno rilevato le più evidenti criticità del Ddl: ingenerare l’idea che con una buona prevenzione si possa arrivare a non allontanare più nessun minore; negare che spesso le problematiche dei genitori non si possano risolvere in tempo breve e non siano compatibili con il mero contributo economico; la rigidità rappresentata da un progetto educativo familiare per almeno sei mesi a favore delle famiglie in difficoltà (che cosa significherebbe per un bambino vivere altri sei mesi in un contesto inadeguato?); i tempi della raccolta delle eventuali disponibilità scritte dei parenti fino al quarto grado (con conseguenti problematiche ulteriori sui minori); la carenza di risorse aggiuntive investite sui servizi e le professionalità degli operatori.

E’ notizia di mercoledì che a marzo sarà attivato presso l’assessorato regionale alle Politiche della famiglia un tavolo di confronto con Comuni, Province, Città metropolitana, enti gestori dei servizi sociali e sanitari, dipartimenti materno-infantili delle Asl, servizi di psicologia e neuropsichiatria infantile, dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze, autorità giudiziaria minorile.

L’assessore ha formalizzato la propria disponibilità durante la seduta del Consiglio delle autonomie locali (Cal), accogliendo le richieste di confronto con tutti i soggetti istituzionali interessati, con l’obiettivo di migliorare il ddl alla luce delle criticità esposte.

Se ne parlerà ad Alba, in Sala Riolfo (presso il Cortile della Maddalena) martedì 25 febbraio alle 21 nel corso di un incontro, organizzato dal Circolo Pd Alba- Roddi, al quale parteciperanno il Consigliere Regionale Maurizio Marello, Monica Canalis, Consigliere Regionale Pd, Marzia Saglietti, Psicologa presso l’Università di Bologna e Paola Ricchiardi, pedagogista presso l’Università di Torino. Interverranno inoltre rappresentanti delle famiglie affidatarie.

Un tema così delicato come l’affido e l’allontanamento dei figli non può essere trattato con superficialità, specie alla luce di una legge che rischia di avere un impatto negativo sul futuro di tanti bambini.

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