Lettera aperta in occasione della Giornata della Memoria_ Maurizio Marello «“Fino a quando la sua stella brillerà”: il senso odierno del “fare memoria”.

Sfogliando La Stampa di oggi non ho potuto non soffermarmi per fare una riflessione sul senso che abbia, nel 2022, la Giornata della Memoria in ricordo delle vittime dell’Olocausto.
In una pagina la Senatrice Liliana Segre sistema nell’urna, con le sue mani, che tanto hanno vissuto e affrontato, la busta con il nome di chi ha scelto come nuovo Presidente della Repubblica Italiana. C’è anche lei tra i 1009 “Grandi Elettori” che si stanno approcciando alle urne. C’è anche lei che, novantenne, ha conosciuto bene un’Italia diversa e si fa portatrice da anni dei valori che l’hanno resa Repubblica, che la rendono democratica e danno diritto di parola anche agli “odiatori”, gli “haters” che quasi quotidianamente la insultano sui social, rendendola se possibile ancora più amabile, più vicina al cuore di tutti noi. Del nuovo Presidente ha dichiarato semplicemente “Spero sarà antifascista”.
È al pubblico dei più piccoli che Liliana Segre si rivolge spesso con speranza e fiducia: lei bambina non lo è da un bel po’, ma una parte del suo cuore resterà la tredicenne internata nella sporcizia e nel dolore. “Fino a quando la sua stella brillerà”, come titola uno dei suoi libri, Liliana Segre sarà testimonianza vivente e piena di vita per tutti i nostri ragazzi.
Arricchito dalle sue medesime fiducia e speranza affronto le pagine successive del giornale e mi imbatto in un fatto di cronaca: “Antisemitismo al parco giochi” titola un articolo che racconta di un ragazzo aggredito e insultato da due coetanee con la colpa di avere origini ebraiche. “Sei un ebreo, devi morire nel forno”, gli viene detto e poi gli vengono rivolti sputi e qualche calcio nell’indifferenza generale dei passanti. Oggi, a gennaio 2022, a un passo dalla diciassettesima Giornata della Memoria (istituita nel 2005), in una civile città italiana.
Cerco la forza di capire e di spiegare ma è difficile trovarla.
Alla luce di tutto questo mi viene da pensare che forse la Giornata della Memoria non l’abbiamo capita bene, o almeno non tutti. Che ricordare, ricordare ancora, ricordare sempre non è fatica sprecata se almeno qualcuno dei nostri figli, nipoti, vicini di casa avrà il coraggio di tendere la mano, di offrire sguardi, attenzioni, di aiutare chi, ancora oggi, viene discriminato. Non sarà fatica sprecata se insegnerà a qualcuno come conservare la luce di quelle stelle, l’altruismo e l’amore, e donarle agli altri.




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