E’ l’ora di RICOMINCIARE, TUTTI INSIEME.

Quella che, tra qualche settimana, ci lasceremo alle spalle è stata una primavera difficile e indimenticabile.
Il mese di Febbraio ha dato avvio ad uno dei periodi più complessi e segnanti che il Piemonte, così come il resto d’Italia, si sia trovato ad affrontare dopo il secondo conflitto mondiale.
Marzo è iniziato all’insegna della confusione. A partire da domenica 8 tre province piemontesi erano, di fatto, isolate, nuove “zone rosse”. Il concetto di “inaccessibilità” ad una città era a noi pressochè sconosciuto. L’11 marzo i giornali titolavano che l’Italia tutta era in quarantena, stabilendo la necessità di autocertificazioni e comprovati motivi per allontanarsi dalla propria abitazione. L’idea che la nostra libertà quotidiana, per la quale tanto abbiamo lottato, potesse subire delle limitazioni, era inimmaginabile soltanto pochi mesi fa.
Da quel momento tutti siamo entrati in contatto con le nostre emozioni più profonde e arcaiche, vivendole sulla pelle o attraverso le parole di testimoni o malati. La paura e la fatica degli operatori sanitari si sono fatte spazio nelle case di tutti gli italiani, così come il dolore dei familiari di chi in queste settimane ci ha lasciati, vittima di un virus ancora troppo poco conosciuto. Siamo stati attraversati dal rispetto e dalla sofferenza verso quella generazione di anziani, che ha contribuito a costruire il nostro Paese, lasciata sola, senza adeguate protezioni, all’interno di Ospedali o Rsa.
Abbiamo gioito per le guarigioni che si sono verificate, per i ritorni a casa. Ci siamo dispiaciuti per i nostri figli, i nostri nipoti, che hanno dovuto mettere da parte il gioco, gli amici, i compagni di scuola e a cui abbiamo chiesto di capire e di crescere.
Abbiamo sperato che, davvero, andasse tutto bene. Abbiamo sperimentato gratitudine verso medici, infermieri, oss, ricercatori, forze dell’ordine, volontari, farmacisti, commessi, autotrasportatori, verso i rappresentanti di quei settori produttivi che hanno mantenuto in vita un‘Italia che “restava a casa”.
Oggi, a quasi due settimane dalla fine del lockdown, con le riaperture del 18 maggio, non è ancora tempo di bilanci, se mai se ne potranno fare.
E’ il tempo della RIPRESA, dell’ENERGIA, del RISPETTO DELLE REGOLE. E’ il tempo degli AIUTI per tutti i piemontesi, anche e soprattutto per quei settori dimenticati che hanno bisogno, davvero, di RICOMINCIARE.

Maurizio Marello, Consigliere Regionale del Piemonte


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