“Adesso basta! “L’argent fait la guerre”, ma “ la politique doit faire la paix”.

La guerra in Ucraina va fermata.
500 giorni fa , quando la Russia ha invaso l’Ucraina, la Comunità internazionale, a parer mio, ha fatto bene a reagire aiutando anche militarmente Kiev. In questo modo, tra l’altro, ha evitato l’occupazione lampo dell’Ucraina programmata da Putin. Ci sono principi che vanno difesi e l’aggressione ad uno Stato sovrano va respinta. Per la verità questa reazione avrebbe dovuto esserci anni prima: a seguito delle invasioni Russe alla Cecenia, la Georgia, la Crimea. Ma fino ad un anno fa gli affari economici dell’Occidente con Putin, il gas ed altro ancora, prevalevano sugli interessi del popolo ucraino e degli altri popoli ex sovietici e sul rispetto del diritto internazionale.
Dopo 500 giorni mi sembra che la guerra faccia comodo solo più ai fabbricanti di armi. Ormai è’ un conflitto lento, di logoramento, senza sbocchi, che sta deteriorando in primis il popolo ucraino. Un “conflitto ipocrita” che la Nato sta combattendo in modo indiretto.
Se si volesse veramente dare una svolta , la Nato dovrebbe entrare direttamente in guerra con la Russia, con i propri arsenali e con i propri uomini, comprese le truppe italiane. Cosa, però’, che potrebbe portare ad una guerra mondiale (e forse nucleare) con catastrofiche conseguenze. Altrimenti ci si fermi e si trovi un compromesso in cui le reciproche parti non siano umiliate ed i rapporti tra Nato e Russia raggiungano un punto di equilibrio.
In questo quadro credo che la prima cosa da fare sia mettere finalmente in campo forze ed iniziative diplomatiche all’altezza del caso. Parallelamente si ponga fine alla fornitura di armi all’Ucraina. Le due cose, ovviamente, devono procedere insieme.
L’Europa giochi finalmente un ruolo di mediazione importante.
L’Italia faccia lo stesso.
Ed il mio partito, il PD, cambi linea in modo netto a favore della diplomazia e contro l’invio delle armi, senza ambiguità.
Ormai è chiaro che questa guerra ( come quasi tutte) sta facendo esclusivamente gli interessi delle “economie e delle industrie belliche ”. E non certo l’interesse ed i diritti del popolo ucraino che sta morendo sotto le bombe insieme ai soldati di entrambe le parti.
“L’argent fait la guerre” ma “ la politique doit faire la paix”.

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